Dal lockdown è emersa una ‘psico-pandemia’
Una nuova ricerca Unipd in collaborazione con Fondazione Santa Lucia racconta l’aumento di problemi cognitivi e disagio psicologico durante il periodo d’isolamento. Un’ulteriore conferma degli effetti sulla nostra salute mentale che si hanno ma potremmo dire che come per tutte le altre esperienze traumatiche – come è stato il COVID per molti – occorre qualche tempo affinchè si riesca a percepire di nuovo un senso di equilibrio.
In parte sperimentiamo ancora un senso di incertezza circa il nostro futuro. Questo può essere dovuto al fatto che ancora oggi non siamo del tutto certi di aver definitivamente sconfitto il nemico. Occorre allora riflettere su cosa possiamo fare per gestire le difficoltà che sperimentiamo tutti i giorni. Da dove cominciare?
In primis va detto che è assolutamente normale provare un senso di smarrimento a seguito di un’esperienza così forte. L’isolamento sociale, la reclusione, e l’incertezza generale comportano un peso per la nostra mente non facile da gestire. Preoccuparsene in maniera eccessiva non farà altro che aumentare il grado di malessere.
In secondo luogo, è utile concentrarci su ciò che è in nostro potere fare per cercare di stare meglio. Prendersi cura di noi stessi e della propria salute psicologica diventa prioritario.
Impariamo a chiedere aiuto
“Non puoi fermare le onde ma puoi imparare a cavalcarle”. Non sempre è facile riuscire a trovare il modo per cavalcare le onde. Per farlo, occorre saper adattarsi in modo flessibile alle condizioni di vita a cui siamo esposti.
Un segnale importante di buon spirito di adattamento è la capacità di riconoscere quando siamo in grado di farcela da soli e quando invece abbiamo bisogno di aiuto. Come fare a sapere quando arriva quel momento?
A volte può essere difficile, ma è proprio quando si ha la l’impressione di non essere più in grado di gestire la propria vita che bisogna fermarsi, fare un passo indietro e decidere di chiedere aiuto, rivolgendosi ad un professionista della salute mentale.